l'Alpitrek e l'Artiglieria da Montagna

 Nel febbraio del 1987 Franco Faggiani, allora direttore dello Sperone, aveva inviato Mauro Ferraris a documentare il campo invernale della 7° batteria someggiata "Gruppo Pinerolo” della Brigata Alpina Taurinense. Questa esperienza vissuta sul campo da gente dell’Alpitrek con l’artiglieria da montagna aveva instaurato sentimenti di reciproca amicizia, e l’interesse dei resoconti pubblicati su riviste di settore e non solo aveva creato rapporti durati sino al congedo dei muli dall’esercito. Questa collaborazione durata praticamente cinque anni ha visto alcuni elementi dell’Alpitrek affiancare le attività operative di questa batteria someggiata ed è culminata, alla fine degli anni ’90, quando i muli della 7° batteria sono usciti per l’ultima esercitazione invernale dai loro acquartieramenti in Val Susa per restare una settimana ospiti del centro di Equitazione Alpina Sperimentale di Giaveno. In quella settimana i cavalli dell’Alpitrek erano stati spostati in campi limitrofi e sulla scuderia ha sventolato il tricolore dell’esercito. Trenta muli allineati e sempre sorvegliati, due obici 105/14 montati insieme alle tende, mensa ufficiali e cucina truppe. La predisposizione dell’Alpitrek alla vita senza privilegi aveva fatto sì che sia nel rancho che nelle marce il trattamento fosse uguale a quello dei soldati.

Con queste premesse ancora adesso abbiamo rapporti di amicizia con alcuni ufficiali, sottufficiali e soldati conosciuti in quel frangente e, per alcuni anni, abbiamo visto quadrupedi con le stellette che hanno ancora coraggiosamente lavorato con margari nelle nostre montagne dopo essere stati congedati.

Osservando il metodo di progressione dell’artiglieria, il modo in cui si accampavano e l’organizzazione logistica, l’Alpitrek ha imparato molto aumentando ancor di più l’efficienza che già aveva sul terreno e, onestamente, anche lo spirito di avventura.


Quelli passati con l’esercito, soprattutto d’inverno, spalando neve con i geloni alle mani, sono stati giorni grandiosi in compagnia di giovani soldati con i loro umori, sogni imprecazioni e desideri. Ricordo ancora adesso un giovane conducente che aveva piantato il garand nella neve e appoggiato sulla sua canna una latina di coca cola. Vedo ancora con un po’ di malinconia la scura colonna che si snoda su malattiere e attraversa borgate abbandonate: sembra la spina dorsale di uno scheletro che ricorda che i tempi sono cambiati. Abbiamo avuto l’onore e la fortuna di vedere marciare per l’ultima volta i muli con le stellette, ed è per noi un bel ricordo, ve lo assicuro.


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