Due parole sulla storia dell'Ak
Alpitrek come parola è stata inventata nel 1981 da Mauro Ferraris e Luciano Paolulcci per dare un nome alla cavalcata delle Alpi da Ventimiglia a Venezia nel 1983.
L'epico raid si è svolto in 42 giorni di marcia ininterrotta, scavalcando un colle al giorno.
Dopo questa azione la parola è diventata sinonimo del gruppo di cavalieri che la componevano.
Il primo periodo va dal '73 all'80: uno sparuto gruppo di cavalieri sale sulle montagne: il secondo arriva all'85 ed è quello delle grandi imprese, spettacolari, d'effetto, tecnicamente ben preparate, il terzo, iniziato nell'85, si è dedicato alla formazione professionale attraverso la scuola di trekking a cavallo alpino.
La storia sembrava esaurita nel '95 quando Silla, uno dei pilastri del gruppo, aveva deciso di tornare in Germania per svolgere la professione di medico veterinario. Daniele, Piero e Mauro avevano deciso di dare "l'ultimo calcio al pallone” per chiudere in bellezza ripercorrendo nel '98 l'itinerario seguito da Savoia in Russia. Seguendo le impronte dei cavalli del reggimento sono arrivati fin sulle rive del Don, vedere i luoghi, vivere con i cosacchi, conoscere l'immensità della steppa.
Ogni cosa ha il suo tempo, l'amore per i cavalli restava, era vitale, ma la spinta era finita.
Ma nel frattempo dei bambini che avevano conosciuto l'ak andando coi loro genitori al cippo di Luciano la terza domenica di ogni giugno erano cresciuti, alcuni di loro avevano la predisposizione alla libertà e di conseguenza all'unica cosa viva che può darla: IL CAVALLO!
Prima Paola poi Arianna poi Cecilia e Luchino, man mano che crescevano salivano in sella, il gruppo si rigenerava su basi nuove nel rispetto della tradizione.
Flebo di gioventù entravano in vena all'ak, l'entusiasmo tornava, quando tutto sembrava finito, freddo, pioggia, sole, vento, più amici ancora di prima.
Le parole l'esempio di Luciano, che era stato il riferimento dei genitori dei fanciulli, veniva trasmesso senza mistificazioni o enfasi, modello di comportamento che le persone e i cavalieri che arrivano percepiscono, avvertono senza sapere chi è Luciano.
Per capire l'ak occorre sapere che dietro lo sparuto gruppo disperato, c'è la simpatia di una caterva impressionate di simpatizzanti di "valore”.
L'epico raid si è svolto in 42 giorni di marcia ininterrotta, scavalcando un colle al giorno.
Dopo questa azione la parola è diventata sinonimo del gruppo di cavalieri che la componevano.
Il primo periodo va dal '73 all'80: uno sparuto gruppo di cavalieri sale sulle montagne: il secondo arriva all'85 ed è quello delle grandi imprese, spettacolari, d'effetto, tecnicamente ben preparate, il terzo, iniziato nell'85, si è dedicato alla formazione professionale attraverso la scuola di trekking a cavallo alpino.
La storia sembrava esaurita nel '95 quando Silla, uno dei pilastri del gruppo, aveva deciso di tornare in Germania per svolgere la professione di medico veterinario. Daniele, Piero e Mauro avevano deciso di dare "l'ultimo calcio al pallone” per chiudere in bellezza ripercorrendo nel '98 l'itinerario seguito da Savoia in Russia. Seguendo le impronte dei cavalli del reggimento sono arrivati fin sulle rive del Don, vedere i luoghi, vivere con i cosacchi, conoscere l'immensità della steppa.
Ogni cosa ha il suo tempo, l'amore per i cavalli restava, era vitale, ma la spinta era finita.
Ma nel frattempo dei bambini che avevano conosciuto l'ak andando coi loro genitori al cippo di Luciano la terza domenica di ogni giugno erano cresciuti, alcuni di loro avevano la predisposizione alla libertà e di conseguenza all'unica cosa viva che può darla: IL CAVALLO!
Prima Paola poi Arianna poi Cecilia e Luchino, man mano che crescevano salivano in sella, il gruppo si rigenerava su basi nuove nel rispetto della tradizione.
Flebo di gioventù entravano in vena all'ak, l'entusiasmo tornava, quando tutto sembrava finito, freddo, pioggia, sole, vento, più amici ancora di prima.
Le parole l'esempio di Luciano, che era stato il riferimento dei genitori dei fanciulli, veniva trasmesso senza mistificazioni o enfasi, modello di comportamento che le persone e i cavalieri che arrivano percepiscono, avvertono senza sapere chi è Luciano.
Per capire l'ak occorre sapere che dietro lo sparuto gruppo disperato, c'è la simpatia di una caterva impressionate di simpatizzanti di "valore”.
Barbara Hofman
ps: il gruppo è variegato, quello che lega è cameratismo e amicizia fusi insieme, il viandante non deve stupirsi nel vedere andar sereni gente tanto diversa.