Mauro Ferraris

Mauro Ferraris, decano del trekking a cavallo, nel suo tipì in Valle Stretta dove vive accampato nei mesi estivi nonostante l’età avanzata, corroso dai reumatismi e dalle numerose ferite ricevute negli inquieti anni passati. Dopo aver attraversato le montagne dell’Afghanistan, le steppe dell’Ucraina, le praterie del Wyoming ha scelto di vivere in questo posto pieno di energia positiva che riesce a tenere lontano gli spiriti del male anche nelle notti più cupe.


Pioniere dell'equitazione alpina in Italia, Mauro Ferraris ha ispirato nel 1971 la nascita dell'associazione Alpitrek che ha fatto del trekking in ambiente montano un autentico stile di vita , a metà strada tra l'auto-disciplina dello scoutismo e le suggestioni culturali degli indiani ribelli. Ferraris ha guidato spedizioni a cavallo in Spagna, in Russia e sulle Alpi, ha sperimentato itinerari alpini illustrati con apposite cartine in collaborazione con la Regione Piemonte, la lavorato con la televisione e con la scuola cinematografica di Ermanno Olmi, ha progettato e diretto corsi di equitazione alpina e campi scuola, stages e convegni, ha ideato e realizzato i manufatti della mostra itinerante "La guerra del bisonte" dedicata agli "indiani ostili", e inoltre confeziona personalmente i pregiati oggetti artigianali e i capi di abbigliamento di foggia indiana de "La Riserva" , punto-vendita torinese dell'Alpitrek. Pubblicista e scrittore, ha collaborato con giornali e riviste e per l'editore Mursia ha firmato il volume "Trekking a cavallo".
    Trent'anni fa di cavalli non ce n'erano molti, in giro. Quando incontravo altri escursionisti erano "oh" di stupore: non si aspettavano di incrociare un cavaliere a 2500 metri. C'era sempre qualcuno che si fermava a parlare, io cercavo di spiegare il fascino di certe conquiste piu' spirituali che sportive, parlavo degli indiani delle pianure.
    Nel '68 volevo cambiare il mondo, poi mollai tutto e scappai a Giaveno tra i monti alla scoperta del mondo dei cavalli A mettermi in sella a Geremia fu sempre il vecchio amico di mio padre,il cui maestro era stato allievo di Caprilli.
Sui monti a cavallo e' proprio un'altra cosa: non guardi il terreno, lo sguardo spazia verso il cielo, puoi permetterti di seguire il volo di un'aquila.

> L'intervista a Mauro Ferraris di MARIO PALUMBO direttore di "Cavallo Magazine"