Andrea Mischianti
La prima lettera di Andrea, se ricordo bene, l’ho ricevuta più di vent’anni fa. Sono una persona pigra e vent’anni fa anche maleducata e non rispondevo quasi mai alle lettere che ricevevo (e me ne sono pentito amaramente) ma ad Andrea avevo risposto. Si era firmato Lupo Grigio. Per anni non avevo memorizzato il suo nome e per me e nella mia tribù ancora adesso è conosciuto come Lupo Grigio.
In tutto quel periodo l’avrò visto due o tre volte ma ogni tanto e senza motivo apparente arrivava una sua lettera. Poi, per fortuna, il mio periodo è passato portandosi via una gran dose di cose negative che avevo nelle bisacce ma le sue lettere ogni tanto arrivavano ancora. Arrivavano nel momento giusto, quando ne avevo bisogno e io credo nelle certezze, non nel caso. Una volta, era un giovedì di non so quale anno ma poteva essere il 1996, alla vigilia della partenza per un campo invernale, una settimana di libertà passata completamente all’aperto nella neve con i cavalli, mi era arrivata una sua cartolina, una carrozzella di Roma. Mi era arrivata proprio alla vigilia dell’azione e alla vigilia dell’azione ho sempre avuto paura dell’azione stessa. Quelle righe sono state un segno di buona fortuna. Estraniandomi sempre di più dalla società del profitto per entrare in una dimensione più lirica della vita, ho dovuto fare purtroppo qualche piccolo conto economico per poter sopravvivere con un minimo di dignità. E proprio in uno di questi momenti particolarmente difficili Andrea ci ha coinvolto in una serie di sue iniziative che oltre ad essere poco commerciali erano entusiasticamente più vere di quelle proposte dal mercato e coincidevano con il nostro stile di vita che privilegia l’essere piuttosto che l’apparire.
Le cose che ci legano sono i cavalli, le chiacchierate, i fuochi di bivacco, gli amici, le cose semplici, la lontananza dall’alcool, dai locali, dai luoghi comuni. In più tutti e due siamo stati boy scout e io ho la sua vecchia cintura dell’ASCI.
Qualche giorno fa, poteva essere il 24 gennaio, mi è arrivato un suo messaggio proprio mentre nella mente avevo dei preoccupanti pensieri. Non credo nel caso ma nelle certezze e sono fiero di essere amico di Andrea e di credere come lui nell’onestà, nella lealtà, nel coraggio e nella vita libera e selvaggia.
Caro Andrea per noi resterai sempre Lupo Grigio, un amico della nostra banda e la tua presenza sarà sempre bene accolta intorno ai nostri fuochi.
In tutto quel periodo l’avrò visto due o tre volte ma ogni tanto e senza motivo apparente arrivava una sua lettera. Poi, per fortuna, il mio periodo è passato portandosi via una gran dose di cose negative che avevo nelle bisacce ma le sue lettere ogni tanto arrivavano ancora. Arrivavano nel momento giusto, quando ne avevo bisogno e io credo nelle certezze, non nel caso. Una volta, era un giovedì di non so quale anno ma poteva essere il 1996, alla vigilia della partenza per un campo invernale, una settimana di libertà passata completamente all’aperto nella neve con i cavalli, mi era arrivata una sua cartolina, una carrozzella di Roma. Mi era arrivata proprio alla vigilia dell’azione e alla vigilia dell’azione ho sempre avuto paura dell’azione stessa. Quelle righe sono state un segno di buona fortuna. Estraniandomi sempre di più dalla società del profitto per entrare in una dimensione più lirica della vita, ho dovuto fare purtroppo qualche piccolo conto economico per poter sopravvivere con un minimo di dignità. E proprio in uno di questi momenti particolarmente difficili Andrea ci ha coinvolto in una serie di sue iniziative che oltre ad essere poco commerciali erano entusiasticamente più vere di quelle proposte dal mercato e coincidevano con il nostro stile di vita che privilegia l’essere piuttosto che l’apparire.
Le cose che ci legano sono i cavalli, le chiacchierate, i fuochi di bivacco, gli amici, le cose semplici, la lontananza dall’alcool, dai locali, dai luoghi comuni. In più tutti e due siamo stati boy scout e io ho la sua vecchia cintura dell’ASCI.
Qualche giorno fa, poteva essere il 24 gennaio, mi è arrivato un suo messaggio proprio mentre nella mente avevo dei preoccupanti pensieri. Non credo nel caso ma nelle certezze e sono fiero di essere amico di Andrea e di credere come lui nell’onestà, nella lealtà, nel coraggio e nella vita libera e selvaggia.
Caro Andrea per noi resterai sempre Lupo Grigio, un amico della nostra banda e la tua presenza sarà sempre bene accolta intorno ai nostri fuochi.