Passaggio a Nord Ovest
La ricerca del passaggio a Nordovest ha ossessionato parte dell’opinione pubblica nel 600 e nel 700, si cercava una rotta commerciale verso l’India e la Cina, la scorciatoia dall’Atlantico al Pacifico. Esploratori, navigatori, soldati l’hanno cercato e alla fine l’han trovato ma non poteva essere sfruttato perché coperto dai ghiacci della calotta artica. ma intanto si era creato il mito della ricerca dell’inesistente, la più affascinante tra tutte le ricerche, resa nobile dal sapore della sconfitta inevitabile, il passaggio a Nordovest ha coinvolto avventurieri annegati nell’ampolla del romanticismo, quello pieno di stenti e tribolazioni, non si cercava la verità, si viveva la libertà nei fuochi di bivacco, sulle canoe nelle nuvole di zanzare senza tregua, a contatto col popolo della foresta a volte gentile altre no. L’avventuriero non cerca niente neanche la fama, se la trova altri ne godono, non lui. Lui finisce in miseria, dimenticato ma lo sa. I mercanti si fregano le mani nel guadagno, hanno tagliato l’america in due per risparmiare tempo. ma il passaggio a Nord -Ovest si fa beffe di loro, esiste solo per gli inesistenti, per coloro che seguono la lirica linea che unisce la fantasia alla nostra terra mf ps nel secolo scorso, il xx°, kenneth Roberts scrisse con questo titolo un notevole roamanzo consacrandolo alla letteratura ed è osservando questo modo che l’ak si muone sulle montagne, lungo i torrenti e nelle sterminate pianure popolate da singoli simili. nomadismo erranza? non so. è simile alla battuta della mano sola, catalessi sconfinante nell’equilibrio armonico dell’essere nulla.