La rivolta delle scarpe comode
Non è sicuro sia stata una rivoluzione ma ribellione sicuramente si, nel 2009 alcune scarpe d’immensa comodità amate visceralmente dai piedi dei loro esploratori adoratori di libertà si erano organizzate in libera associazione e avevano dichiarato formalmente guerra alla seriosità dilagante, erano sempre state guardate con sufficiente disprezzo dai tacchi alti, da quelle lucide, dagli stivali americani e dalle loro molteplici imitazioni e perfino da quelle orribili da ginnastica ( che si credevano preziose unicamente perché costavano )
Era la vecchia storia del " re nudo” che si ripeteva inesorabilmente, cominciarono a ridere a squarciagola quando vedevano passare i tacchi alti che costringevano i piedi a dolori tremendi, alle zeppe rumorose che di notte attiravano le maledizioni dei dormienti, alle corse che le costose facevano fare ai poveri piedi nel lavoro per guadagnarle.
I piedi, tutti i piedi ( da quelli della borghesia al sottoproletariato) erano diventati loro liberi alleati, con loro potevano cominciare il domino delle risate che avrebbe danneggiato il sistema produttivo facendolo andare tra sommesse urla di giubilo ancora più in crisi, le divertite risate erano colpi di maglio contro il buon pensare, l’apparenza al prezzo dello sconforto dei piedi che erano costretti ad calzarle.
Molti piedi le abbandonarono e corsero liberamente nella prateria, erano finalmente felici, non più costretti da una moda mediocre e ignorante, uscivano dai grigi uffici dagli atelier sfavillanti di assurdi colori.
Adesso potevano sia andare a cavallo che camminare, in montagna o in pianura e perfino nell’acqua dei fiumi dei torrenti impetuosi e nel mare.
Ne servi ne padroni urlavano nel giorno splendente
Era l’inizio dell’utopia
Era la terza rivoluzione
Cominciava l’era giusta
Era la vecchia storia del " re nudo” che si ripeteva inesorabilmente, cominciarono a ridere a squarciagola quando vedevano passare i tacchi alti che costringevano i piedi a dolori tremendi, alle zeppe rumorose che di notte attiravano le maledizioni dei dormienti, alle corse che le costose facevano fare ai poveri piedi nel lavoro per guadagnarle.
I piedi, tutti i piedi ( da quelli della borghesia al sottoproletariato) erano diventati loro liberi alleati, con loro potevano cominciare il domino delle risate che avrebbe danneggiato il sistema produttivo facendolo andare tra sommesse urla di giubilo ancora più in crisi, le divertite risate erano colpi di maglio contro il buon pensare, l’apparenza al prezzo dello sconforto dei piedi che erano costretti ad calzarle.
Molti piedi le abbandonarono e corsero liberamente nella prateria, erano finalmente felici, non più costretti da una moda mediocre e ignorante, uscivano dai grigi uffici dagli atelier sfavillanti di assurdi colori.
Adesso potevano sia andare a cavallo che camminare, in montagna o in pianura e perfino nell’acqua dei fiumi dei torrenti impetuosi e nel mare.
Ne servi ne padroni urlavano nel giorno splendente
Era l’inizio dell’utopia
Era la terza rivoluzione
Cominciava l’era giusta