La pista dell'Oregon
PREFAZIONE
Abbiamo quasi avuto il dovere di ristampare l’Oregon Trail di Francis Parknam, una delle più oneste descrizioni dell’ovest americano mai scritte, opera straconosciuta negli Stati Uniti ma poco nel nostro paese, essa è stata lasciata da parte anche negli anni della "gran moda” sugli indiani nordamericani quella iniziata negli anni 70 del secolo scorso con il film "soldato bleu”, le case editrici principali ,e non solo loro hanno pubblicato numerose opere alcune delle quali essenziali alla conoscenza degli indiani delle pianure, ma tutte in quegli anni hanno tralasciato la pubblicazione di Parkman, il motivo è semplice il suo scritto non è politicamente corretto, parla degli indiani descrivendoli come erano, senza le mistificazioni congeniali al momento, Parkman non viaggiava per lavoro ma per un suo curioso e all’inizio personale interesse etnologico, era uomo del suo tempo e vedeva gli indigeni con l’occhio del suo tempo e il suo tempo non corrisponde con la moda del nostro.
Pensiamo che queste considerazioni siano un buon motivo per pubblicare ora la sua opera in questo paese
Ma c’è anche un altro motivo, il nostro gruppo di cavalieri, L’Alpitrek, ha come modello il vecchio stile di vita dei cacciatori nomadi a cavallo delle grandi pianure, i tipì sono le nostre seconde dimore, leggendo le pagine del diario ci siamo accorti che la nostra frontiera , la montagna,per diversi aspetti è simile alla sua, lontana dagli insediamenti culturali proposti dal "civile”:campi, tende, zanzare, bivacchi, avamposti, abbiamo studiato e appreso la loro mentalità, senza sforzo perché già simile alla nostra, ma soprattutto è il cavallo il comune denominatore, il cavallo per loro e per noi è Sunka Wakan . condizione della libertà.
ps
Come sapete l’editoria sta passando un momento particolare, tutti scrivono nessuno legge, pubblicare un testo è un rischio, rischio che l’Alpitrek assume volentieri conscio del "servizio” che può rendere ai Sioux quando vivevano liberi nei gloriosi tempi passati.
Passate parola
Francis Parkman