L'indiano Gionni e gli animali


per gionni  non esisteva differenza tra  mondo animale e vegetale
era animista
per lui i mondi erano tanti e sullo stesso piano
 i cavalli  erano come gli uomini, alcuni buoni altri meno
quando era piccolo aveva rubato il fucile al padre e nel bosco aveva sparato e ucciso un cardellino
l'aveva preso in mano, era rigido, aveva capito di aver ucciso un parente per gioco
i bambini possiedono la crudeltà del mondo, l'applicano senza condizioni
dal momento del cardellino gionni non aveva  più ucciso gratuitamente,
ogni volta che uccideva non provava gioia alcuna, uccideva per mangiare , difendersi ,non per altro
alce nero  aveva insegnato il rispetto tra bipedi quadrupedi e per le ali dell'aria
quando era soldato andava alla stazione centrale di milano ( città dell'italia settentrionale)
sedeva sulle panchine al suo interno e aspettava che i passeri venissero a prendere il pane  
osservava i comportamenti , notava le differenze esistenti tra loro:
il passero coraggioso, il pavido, l'intraprendente, il simpatico arguto
un pomeriggio di un fine maggio si era lasciato sedere stanchissimo su una panchina pubblica al greenwich  village   di new york ( città dell'america settentrionale)
la panchina era in un minuscolo parco ad una uscita secondaria dalla subway
appena seduto era arrivato un tipo giovane sui pattini a rotelle , quelli dove le rotelle sono tutte in fila indiana,  dopo lui curiose le tamie,erano arrivate perchè gionni stava mangiando un grappolo d'uva, comprato da un sud americano che aveva un banco di frutta a sud di little italy
gionni gustava gli acini color ciliegia e ogni tanto  gli scoiattoli ne prendevano uno anche loro
il parco era di pochi metri quadri con alcuni alberi d'alto fusto sui quali viveva una simpatica colonia di scoiattoli terraioli, era  gioia  vederli sereni nel centro dell'immensa città
gionni non era un animalista ,  li detestava, essi avevano la presunzione di "elevare” al rango umano gli "esseri” della terra assoggettandoli al pensiero dell'uomo  solo per soddisfare il proprio ego.
 Il fatto era che gionni si considerava un  animale , animale libero di comportarsi come tale e gli dava un fastidio tremendo quando dei borghesotti da salotto, fasulli come i loro salotti, trattavano gli animali come loro simili; gionni sapeva che gli animali selvaggi  non erano e non volevano essere simili a loro, il lupo voleva essere lupo e basta, accettava la morte non la schiavitù culturale.
gli animalisti rompevano l'antico equilibrio che l'uomo aveva con la Natura, per lui erano ancor più nocivi dei cacciatori da diporto, questi ultimi avevano mancanza di poesia  ti uccidevano e basta ,gli altri erano pure istruiti e cercavano attraverso il dialogo a  farti diventare come loro.
quando incrociava un animale selvaggio percepiva un segno di speranza, ”l'uomo cattivo non è riuscito a uccidere tutto”

nota
gionni aveva piantato la tenda vicino a elk mountain nelle medicine bow mountain wyoming, un branco di antilopi pascolava tranquillo lungo il torrente sottostante, una si era era sistemata dietro la sua tenda, ed era rimasta li tutta sera immobile
ultimo avvistamento, un gufo reale aveva attraversato la strada mentre rientrava a casa di notte