Frutto proibito


 Nell’accampamento era arrivato un veste nera, non era giovane e non sapeva andare a cavallo, era insieme a dei cacciatori ed un mercante francocanadese.
Era estate e il caldo di giorno intenso ma all’ombra dei pioppi tremolanti dal vento star fermi era delizia e poi l’acqua spumeggiante del tongue rinfrescava l’aria.
Il gesuita ha raccontato una storia scritta su un vecchio libro, parlava la storia di un frutto proibito, gli uomini vivevano all’epoca in una prateria meravigliosa, avevano tutto ma non potevano toccare un solo frutto, esso era tabù, ma nonostante avessero tutto lo mangiarono
Così furono scacciati dal meraviglioso posto e dovettero lavorare per vivere
Per questo motivo penso che l’uomo bianco sia condannato al lavoro perpetuo e noi no, noi non siamo in genere avidi, non siamo così stupidi da mangiare quando non abbiamo fame ed è per questo che la prateria per noi nomadi ignoranti è ancora meravigliosa.
Scritto da lupo solitario quand’era ancora bambino
I nostri giovani non lavoreranno mai
La saggezza è nel sogno
Chi lavora non ha tempo per sognare