Storia di un paio di scarpe

Quel giorno c’era un fiume da attraversare
per poter proseguire verso sud.
Era la Senna, e a seguirla su una zattera si sarebbe presto giunti al mare.
Ma non era quello il tempo,
era tempo di camminare.
Perciò, successe che qualcuno mettesse un bel paio di scarpe
nuove, precisamente del numero necessario,
ad una ventina di metri dal punto di attracco del bac, piccola imbarcazione
che stava per portare all’altra sponda una decina di auto,
una bicicletta, un cavallo e relativi conducenti.
Le scarpe sembravano appena uscite dalla scatola,
ma con i lacci già infilati,
e nei paraggi, già da un po’, non c’era nessuno.
Forse erano perfettamente pulite perché fino ad un attimo prima erano state calzate da una fata.
Chi le prese una fata non era, ma ne aveva bisogno (le sue si erano appena sfasciate) per continuare l’avventura.
E per un attimo arrivò persino a credere, che non fosse un caso che quelle scarpe,
del numero giusto, nel posto giusto,
fossero lì, quel giorno.

Ora sono così, un po’ bucate, un po’ parlanti,
funzionano bene tutto l’anno, e perfettamente quando non piove.

Talvolta a guardarle ricordano lo stupore
di trovare esattamente ciò di cui si ha bisogno in una situazione impensata,
assolutamente impossibile.
E avvertire sgomenti,
il sorriso della buona stella che accompagna.

Buon Natale