Storia di Folen

Australia 1983

La famiglia era bella, bello il padre professionista, bella la madre giornalista, era bello pure il bambino.
Tutti sul furgone computerizzato Volkswagen
il posto selvaggio e bellissimo
un canyon che sprofondava su un limpido torrente
"Mettiamo il furgone là su quella cengia, domattina saremo in pieno sole e la vista sarà magnifica”
Mentre il furgone si sposta a marcia indietro verso la cengia aerea e panoramica, il piede del padre scivola sull’acceleratore,
non basta frenare disperatamente, il furgone precipita nel silenzio della foresta, di cengia in cengia cade
cade sotto gli occhi esterrefatti del bambino che era sceso per giocare

Folen il vecchio pescatore pescava trote con le mani nel limpido torrente
Folen vede cadere il furgone lontano e finisce di pescare le grosse trote, un piccolo fuoco per arrostirle sulla brace
Il bambino vede il filo di fumo
e l’uomo vicino
unico essere umano
unico punto nella disperazione
Di rupe in rupe si avvicina, scioccato e disperato,
ma Folen non si muove, continua a mangiare la trota,
"sta zitto, non ho voglia di parlare”
Il bambino affamato allunga la mano per prendere l’altra trota
"non toccare quella trota, l’ho pescata io”
Folen butta via lisca e trota
il bambino le divora
Poi Folen prende il suo fagotto e comincia a camminare verso la montagna.
"mio padre e mia madre sono là” urla il bambino
Folen continua a camminare
"il paese è dall’altra parte” urla il bambino
In effetti a tre giorni di cammino ci sono 4case e poco prima la fattoria di Bil, l’amico, il camerata di Folen.
"Ti lascio il mio cavallo” Folen glli aveva detto "Ha la faccia buona, serena e generosa e dove vado lui non può venire”
Folen aveva parlato buttando via con stizza la medicina del dottore
Folen camminò l’intero giorno
Il bambino disperato scioccato disperato affranto dietro a faticare
Folen dormì comodo sotto il riparo fatto da lui stesso sotto una pianta, il bambino sprovveduto al freddo sulla nuda terra
Folen camminò l’intero giorno dopo
mise un laccio nella radura
i canguri saltellando passarono ma uno finì strangolato nel laccio.
Il bambino raccolse la legna
Folen accese il fuoco, poi mangiò e mangiò pure il bambino

Scusa se interrompo questa triste storia
Non è triste
Ma neanche allegra
Allora visto che l’hai interrotta, dimmi.
L’hai visto "Balla coi lupi”?
Si
Ho il dubbio enorme che Due Calzini ne avesse tre in effetti di calzini
È un passaggio difficile che non ho capito neanch’io ma conosco una persona che forse potrà aiutarci a risolvere questo dubbio
Chi è?
È affascinante, bellissima, brillante e astuta, ti farò sapere
Bene, allora torniamo alla triste storia
Non è triste
Neanche allegra

Folen continuava a camminare verso Nord, la mattina il sole era a destra nel pomeriggio scendeva a sinistra.
Canguri e serpenti finivano nella brace dopo essere stati accalappiati. Il bambino ora camminava vicino a Folen, ogni giorno che passava Folen camminava sempre più piano, più piano.
Nella valletta piena di eucalipti scorreva un piccolo ruscello.
Il rudere si vedeva appena nascosto dalla vegetazione, il tetto non esisteva più.
Folen sembrava essere arrivato, aveva ritrovato la vecchia seggiola simile a quella a dondolo ma questa non dondolava affatto, sfinito lasciò cadere il suo corpo in essa.

"Ho finito il mio viaggio” disse Folen affettuosamente al bambino, "tu continua tenendo sempre il sole alla tua destra”.
Il bambino prese il laccio e continuò senza lacrime verso il dosso più alto, la solitudine era totale, poco più in là si voltò indietro: vide il bosco di eucalipti e la casa diroccata in mezzo a loro e nella casa accasciato sulla sedia l’uomo sfinito. "Grazie Folen” disse a sé stesso senza urlare.
Si voltò e camminò senza timore tutto il giorno tenendo sempre il sole sulla destra.

Perché hai raccontato questa storia a Elena per i suoi quarant’anni?
Preferisco non rispondere, comunque è una storia che mi è venuta in mente pensando ai suoi quarant’anni.
Mauro, ma t’ses propri mal grasius