Il paradiso dei muli

 questa è la storia di Zaccaria Besso di professione mulattiere

 Storia di tempi passati, tempi in cui in montagna tutto veniva trasportato a dorso di mulo, legna da bruciare, da costruzione, letame per concimare, farina bianca per il pane e avanti così.
Zaccaria procedeva col suo mulo, come sempre. Sottopancia senza grinze, carico equilibrato e ben fissato.
Ora la gente comune deve sapere che esiste nel cielo una specie di posto dove vanno a finire tutti i muli del mondo quando crepano; è un posto dove c'è sempre buon pascolo, ancor migliore di quelli che troviamo quaggiù
Il mulo bianco e tutti gli altri spiriti, che vivevano gli Alti Pascoli, erano preoccupati per il pericolo che correva il mulo di Zaccaria: doganieri dappertutto lungo il confine, sentieri pericolosi, neve che rifletteva i raggi della luna aumentando la visibilità per loro ma anche per gli altri. Zaccaria era anche contrabbandiere.
Cosi scesero nel chiaror di stelle alle spalle senza rumore e presero il mulo proprio alla sommità di un colle dal quale si vedevanono già le luci della città.
Lo presero col pretesto di una caduta per portarlo con loro
C'erano dappertutto muli che si agitavano ma Zaccaria non voleva mollare il suo; troppi ricordi troppo affetto, troppa strada, per lasciarlo andare, anche se in cielo.
 Lui, Zaccaria, non voleva restare solo sulla terra. Si teneva così attaccato saldo alla coda e quando il mulo prese il volo insieme agli altri lui non mollò la presa, fu così che andò a finire lassù. Ed è l'unico uomo che viva ancor oggi nel paradiso dei muli.
A noi sulla terra è rimasto il colle, che ora si chiama colle del Besso  - col du Bes in lingua corrente — vicino al colle dell'Asino: da una parte guarda su Torino dall'altra ancora verso la Francia.