Pastoie


Pastoie argentine e chiodi da roccia

Sanno di Pampa al solo guardarle, cuoio crudo, materiale delizioso e resistente.
Gli Argentini montano in maniera diversa dalla mia e i loro finimenti mi son sempre piaciuti ma non potevo cambiare metodo solo perché i loro finimenti mi piacevano di più.

Ma

Le pastoie no, quelle le potevo usare e sono diventate parte integrante dell’equipaggiamento insieme a moschettoni, chiodi da roccia, machete.
Quando esco mi sento a disagio se non ho attaccati al feltro della sella questi oggetti estremamente funzionali al modo culturale del viaggio, sia esso di giornata o di un anno intero.

Le pastoie sono un patrimonio che i nomadi hanno lasciato a noi cavalieri erranti nella penombra odierna, ve ne sono di varie forme e vengono applicate in vari modi: sugli arti anteriori, alcune sui posteriori, altre su tre gambe, altro modo ancora tra arto anteriore e cavezza. Conosco solo quello tradizionale: fissarle sul pastorale delle gambe anteriori.

Vengono usate dai nomadi essenzialmente per far pascolare i cavalli senza che si allontanino troppo; nei pressi delle tende Tuaregh si vedono molti cammelli brucare arbusti, noi anche, sia nelle pause di mezza giornata sia in quelle serali prima della notte foriera di buio. La notte viene sempre passata dal cavallo legato all’albero o alla roccia, se siamo in quota superiore alla colonizzazione arborea; le pastoie vengono usate sempre sotto l’attenta coda dell’occhio, mai quando si è nel sacco.

La prima volta che si mettono è bene che il cavallo non sia sellato e il terreno sia piano, i miei amici quadrupedi non hanno mai avuto problemi, avevano capito immediatamente la situazione. Alcuni e non a torto lasciano, quando mettono le pastoie, la longhina alla capezza così dopo un po’ il cavallo capisce lo star fermo, quando è sellato con la longhina per terra fissata al nulla.

Ovviamente tutto questo funziona nell’affiatamento che si ottiene con la vita passata insieme nel reciproco rispetto

Amen

Ps

Il chiodo da roccia è il comune chiodo che i rocciatori usavano un tempo per arrampicare, lo trovo utilissimo quando devo legare il cavallo a una roccia o a un muro o a una vecchia fortezza distrutta del nostro Vallo (le fortezze Francesi sono ancora in piedi e spesso hanno nei muri gli anelli per i muli delle salmerie)


Pastoie

Le pastoie fanno parte dell’equipaggiamento base dei cavalli dell’ak, come la borraccia, la gamella, il chiodo da roccia e il machete, ognuna di queste cose ha il suo posto preciso sulla sella o sul feltro su cui essa è appoggiata.
Non mi dilungo sull’utilità delle pastoie, chi le usa sa benissimo a cosa servono, a quelli che non ne sentono il bisogno e inutile spiegarle.
A cosa serve sapere l’uso del cucchiaio a coloro che mangiano con le mani? Niente.
Le pastoie appartengono alla cultura dei cacciatori o pastori nomadi.
Agli spazi aperti delle steppe o praterie dove è, purtroppo impossibile trovare un confortevole arbusto a cui appoggiarsi, esse appartengono all’avventura in cui siamo fiondati per vivere o sopravvivere.
MF.
ps
Cara Lella non ti preoccupare di ciò che dicono alcune persone che spesso sparano giudizi gratuiti e volgari, la presunzione e la banalità sono ormai norma nell’occidente, non fare la fine di Bertoldino fa quello che ti senti e senti il cavallo ,lui indica la via. Il filosofo deve sapere il greco ma un elettronico no ( il prof. Maurutti un cranio nell’elettronica conosce il greco e più volte mi ha detto che gli serve molto nel suo lavoro) così è anche per noi:quelli che fanno l’onesta passeggiatina domenicale ne possono fare a meno ma coloro che attraversano il mondo o per i mongoli o per i gauchoo per gli indiani a cavallo o gli esploratori averle è obbligo.
pps
A noi piacciono quelle argentine in cuoio crudo, sono morbide e belle da vedere, migliori di quelle di corda