Considerazioni sull'Ak del 13

L’alpitrek è un gruppo di persone formalmente informale, appare nel mondo normale come associazione culturale, essi tendono a non confondersi con il mondo sportivo, si tengono alla larga dalla competizione e dalle gare, vivono e sopravvivono rifugiandosi nel mondo parallelo, l’altro.
L’altro mondo è la dimensione "reale” ovviamente per loro, alcuni di loro vivono questa dimensione in maniera totale, altri sempre di loro, quando decidono di averne bisogno è quindi non sempre.
Ecco spiegata l’uniformità del gruppo composto da persone ,intese come individui, estremamente differenti nel privato.
Ecco spiegata la convivenza differente d’età ,di classe, di censo, di situazioni politiche , religiose e fisiche.
Questo miracolo è possibile con l’educazione al rispetto, senza cadere nel luogo comune del dialogo, nessuno cerca di convincere o prevaricare, nessuno pensa che la sua idea sia perfetta anche obbligatoriamente per l’altro.
Coloro che non hanno l’educazione richiesta non trovano spazio nell’ak, coloro che sono attraversati da pensieri e linguaggi volgari neanche.
Si hanno  due possibilità di fuga ( per chi vuol fuggire) una è quella del mare ed è senza ritorno l’altra è quella verso il cielo, breve e superba dove il ritorno è previsto, l’ak può essere la prima per alcuni , la seconda per altri.
L’ak ha aiuti grandiosi: il cavallo, il pensiero primitivo che anima cose e animali nello stesso modo, il mare di alte montagne  e il metodo.
L’ak ha mescolato il metodo di caprilli con quello di baden- powell creando nelle montagne occidentali il regno ideale e nascosto per vivere, sopravvivere sognare.